mercoledì 11 dicembre 2013

    Convegno "La fatica del concetto" su Costanzo Preve
 
 
 
  Piotr Zygulski
 
 A tutti i partecipanti al convegno “La fatica del concetto. Incontro per un dialogo  filosofico”, Università di Bologna, venerdì 6 dicembre 2013
 
 Carissimi compagni e amici, buonasera. Purtroppo mi è impossibile partecipare fisicamente a questo convegno, ma sta molto a cuore portarvi i miei saluti in occasione del primo incontro che si svolge in una Università sul pensiero di quello che è stato forse il più grande filosofo degli ultimi tempi, Costanzo Preve, che purtroppo una decina di giorni fa ci ha lasciato. Ringrazio, in primis,  Filippo Palazzini Finetti, l’entusiasta organizzatore dell’appuntamento, Gennaro Scala, Stefano Sissa, Diego Melegari, Fabrizio Capoccetti e tutti coloro che interverranno. Sapete, oltre ad essere legato con Costanzo Preve dal punto di vista filosofico, lo ero anche dal punto di vista umano ed emotivo, quindi non voglio nascondervi i miei sentimenti di immensa riconoscenza per quest’uomo che, nel mostrarci una prospettiva differente di guardare le cose, ha sempre dedicato a noi tutta la sua passione durevole.
E “passione durevole della filosofia” – mutuato dalla “passione durevole dell’anticapitalismo” di
lucacciana memoria è il titolo saggio che a lui ho dedicato lo scorso anno e che cerca di fornire una sintesi complessiva del suo pensiero. A partire da una  
 
1. Interpretazione sensata della storia del pensiero occidentale, con la deduzione sociale delle categorie del pensiero e con la proposta di nuova ontologia dell’essere sociale che possa difendere il valore e rivendicare l’autonomia della verità filosofica (che si identifica nella natura umana) contro qualsivoglia riduzionismo, relativismo e nichilismo. Tra le varie peculiarità del pensiero previano emerge la figura di Karl Marx inteso come idealista (ossia come filosofo della trasformabilità dell’orizzonte sociale).
 
2.Sulla scia delle riflessioni di Marx, ma anche da quelle di altri filosofi, innanzitutto Hegel, Costanzo Preve giunge ad una analisi critica della totalità capitalistica, specialmente in questa fase individuata filo
soficamente come “fase speculativa”, post-borghese e post-proletaria. Borghesia e capitalismo, infatti, vengono opportunamente distinti. La critica previana si estende a tutti gli aspetti connessi e di legittimazione, dall’imperialismo americano al “clero intellettuale” politicamente corretto, che Costanzo Preve ha saputo sfidare in varie occasioni con coraggio, scontando per questo motivo un notevole isolamento dal dibattito filosofico.  
 
3.Infine evidenzierei  un pars costruens basata sulla prospettiva di un comunismo comunitario, che costituisce una correzione del comunismo non solo democratica, ma innanzitutto umanistica. Il comunismo non è quindi inteso come lo sbocco inevitabile di una storia linearmente e teleologicamente orientata, e neppure è concepito aleatorio come la caduta di un meteorite, ma il comunitarismo è invece idealisticamente considerato come potenziale, in senso aristotelico. Si tratta quindi di pensarlo come potenzialità ontologica conforme all’idea dell’Universale Uomo, quindi anche al Bene e al Vero. Un pensiero così ampio e totale Costanzo Preve era un filosofo totale  è esposto inevitabilmente al rischio di riduzionismi, con letture che lo comprimono o politologicamente, o sociologisticamente, oppure
in modo meramente “filosofico”, ma in senso stretto. Ovviamente i punti di vista sono innumerevoli, tant’è vero che ogni “previano” ha intrapreso una strada che lo differenzia dagli altri; certo è importante analizzare in modo filologicamente accurato anche i singoli dettagli del suo pensiero l’università è forse il luogo più adatto ove fare filologia ma mi associo all’amico Alessandro Volpe nell’invitarvi
 a non perdere di vista la sintesi, che era quella che stava maggiormente a cuore a Costanzo Preve. Detto questo, spero di poter venire presto a Bologna per continuare la discussione. Nel frattempo vi porgo i miei migliori auguri: buon lavoro! 

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